Torri del Benaco è una ridente località turistica di circa 2.700 abitanti situata al centro della sponda orientale del lago di Garda detta anche Riviera degli Olivi per le sue centenarie piante che si inerpicano sulle falde a più elevata pendenza, fino a 400 metri d’altitudine. Per effetto del lago Torri gode di un ottimo clima temperato, inoltre verso nord la zona è protetta dalla catena montuosa del Baldo che non la rende raggiungibile dai freddi venti alpini, pertanto le primavere sono precoci e gli autunni dolci e prolungati. Questo clima particolarmente mite inoltre favorisce una ricca vegetazione spontanea tipica mediterranea e insieme alla felice posizione geografica fa di questo luogo una delle mete turistiche più belle del lago di Garda. Strade e vicoli, case moderne e palazzine antiche, tutto immerso nel verde di un incantevole ambiente naturale che, tra pini, uliveti e limonaie, regala momenti di quiete e serenità. Torri del Benaco sorge a 67 metri sul livello del mare e ha un territorio comunale di 4.850 ettari che comprende anche le due frazioni: Albisano e Pai. Confina a nord con il comune di Brenzone, a est con quello di San Zeno di Montagna e a sud con il comune di Garda. A ovest, è collegato alla sponda bresciana del lago dal servizio di traghetto. Questo splendido centro lacustre è facilmente raggiungibile grazie: all’autostrada Brennero-Modena casello di Affi a 16 km (uscita Lago di Garda Sud) e casello di Rovereto a 45 km (uscita Lago di Garda Nord) o all’autostrada Milano-Venezia casello di Peschiera del Garda a 22 km, alla stazione ferroviaria di Verona (40 km) o a quella di Peschiera del Garda e all’aeroporto “Valerio Catullo” di Villafranca di Verona collegamento molto importante a livello internazionale e distante solo 35 km. Esiste anche una buona rete di trasporti di linea (Azienda Provinciale Trasporti) che oltre a collegare Torri con le stazioni e l’aeroporto permette di raggiungere facilmente i paesi vicini.
I primi segni della presenza dell’uomo sul territorio torresano risalgono al II millennio a. C. lo testimoniano dei reperti di ceramica decorata e degli oggetti in selce attribuibili all’età del bronzo rinvenuti durante degli scavi fatti nel centro storico (1978). Negli anni ’60 si scoprirono delle tracce di un insediamento palafitticolo. Inoltre ci testimoniano la presenza umana in quel periodo le numerose incisioni rupestri , raffigurazioni incise su lastre in pietra. La toponomastica di alcune località del territorio così come la torre ovest del Castello, il porto e il quartiere Trincerò nella parte nord del centro storico vicino alla Chiesa Parrocchiale e il ritrovamento di monete romane di epoca imperiale testimoniano che TORRI (Tulles) entrò a far parte dell’Impero Romano verso la fine del I sec. a.C. quando le legioni romane occuparono la costa veronese del lago. Dopo la caduta dell’Impero Romano, dilagarono le popolazioni dei Goti, poi dei Longobardi e dei Franchi e alla fine del X sec. gli Ungari fu così che re d’Italia Berengario I, arrivato a Torri nel 905, fece costruire la cinta muraria, di cui rimangono i resti, e la Torre di Berengario. E a Torri datò anche sei diplomi con i quali ricompensò coloro che lo avevano aiutato nella lotta contro Ludovico III di Borgogna. Nel XII sec. passarono le truppe del Barbarossa, risalgono a questo periodo la Chiesa di San Giovanni, la Chiesa della Trinità e S. Gregorio a Pai. Successivamente con la venuta a Verona degli Scaligeri venne fortificata la darsena del porto e, su commissione di Antonio della Scala – ultimo degli Scaligeri, ricostruito sulle rovina preesistenti il Castello. Ma nonostante il rafforzamento delle difese anche Torri fu investito dalla guerra tra i Visconti e i Da Carrara che si alternarono nel dominio della sponda del lago.
Nel 1405 Torri passò sotto la Repubblica di Venezia, in questo periodo divenne sede della Gardesana dell’Acqua, confederazione di dieci comuni della riviera Veronese con il compito di dividersi gli oneri fiscali e frenare il contrabbando sul Garda, il Consiglio che era presieduto dal Capitano del Lago (tra i Link utili si ricorda Giovanni dei Menaroli 1380) si teneva nel Palazzo della Gardesana un tempo dei nobili Calderini. Tra il 1500 e il 1600 la popolazione di Torri venne dimezzata dalla peste, i malati venivano ospitati vicino alla Chiesa di S. Giovanni e nel monastero annesso alla Chiesa di San Faustino. Alla fine del XVIII sec. sbarcarono a Torri le truppe napoleoniche che si scontrarono con gli austriaci, a Pai nelle acque del lago una flotta austriaca fece fuggire i francesi. Successivamente l’intera zona fu colpita dalla carestia e dalle malattie. Nel 1866, dopo aver risentito dell’eco delle guerre d’Indipendenza combattute nel basso lago e delle imprese Garibaldine Torri entrò a far parte del Regno d’Italia. In quel periodo le attività prevalenti erano la pesca e la coltura degli ulivi ma la gente del luogo lavorava anche nelle serre di agrumi (quella del Castello Scaligero è una delle poche ancora funzionanti del lago di Garda) e nelle cave di marmo (marmo giallo di Torri). Seguì poi il fenomeno dell’immigrazione all’estero che durò fino dopo la I guerra mondiale. Negli anni ’20 venne allargata la strada Gardesana e dopo la II guerra mondiale iniziò una lenta ripresa economica.